Le difficoltà di apprendimento interessano una percentuale sempre più ampia della popolazione scolastica. Le ragioni per le quali un alunno può incontrare delle difficoltà nel proprio percorso scolastico possono essere diverse: disabilità intellettiva, deficit sensoriali (visivo o uditivo), presenza di altri disturbi (ADHD, alterazioni delle abilità neuropsicologiche di attenzione e memoria, Disturbo Specifico del Linguaggio, ecc), svantaggio socio-culturale, difficoltà dominio-specifiche a carico delle abilità di lettura, scrittura e/ calcolo (Disturbo Specifico dell’Apprendimento-DSA).
Tali profili esprimono tutti un Bisogno educativo speciale (BES), che richiede un intervento strategico per compensare la condizione di svantaggio che essi comportano e per permettere all’alunno di apprendere attraverso l’attivazione delle proprie migliori risorse.
Il punto di partenza è sicuramente un buon inquadramento diagnostico che, attraverso un attento studio del profilo individuale dell’alunno, mira a descrivere il suo funzionamento, mettendone in evidenza non soltanto le aree di debolezza, ma soprattutto quelle di forza.
Nella pratica clinica non è sempre molto semplice dare una definizione diagnostica rispetto varie condizioni di difficoltà nell’apprendimento, in quanto spesso si è in presenza di quadri clinici molto complessi e differenziati. Da qui l’importanza di affidarsi a specialisti altamente formati e che operano nel rispetto dei criteri scientifici più aggiornati.
Non dimentichiamo che in presenza di difficoltà di apprendimento è importante attivare un’osservazione il più precocemente possibile.
Il ruolo della scuola è pertanto prezioso: in presenza di segnali di rischio gli insegnanti devo subito attivare dei percorsi di recupero. Se il bambino avrà recuperato nel giro di uno, massimo due mesi, allora le sue difficoltà erano solo transitorie. Se invece il problema persiste è necessario un invio agli specialistici per una valutazione diagnostica. Questo consentirà di definire le difficoltà di quell’alunno e di intervenire nel modo migliore, evitandogli peraltro frustrazioni che possono essere anche molto dannose per il suo benessere emotivo.
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