L’approccio terapeutico è quello sistemico-relazionale-simbolico-esperienziale. Si tratta di un approccio molto complesso, fondato essenzialmente sulla teoria dei sistemi ma che pone attenzione anche alla dimensione dell’inconscio ereditata dalla psicologia dinamica.
Secondo la teoria sistemica ogni individuo è inserito in contesti relazionali entro cui comunica, interagisce e stabilisce legami con gli altri membri. Le dinamiche relazionali ed emotive che si sviluppano entro tali sistemi, di cui il primo per eccellenza è la famiglia, influenzano sia la costituzione dell’identità della persona sia il suo percorso evolutivo, determinando condizioni più o meno favorevoli al proprio benessere psicologico.
In ambito psicologico, di fatto, non esistono dei parametri standardizzati che permettano di inquadrare un comportamento o un individuo o un contesto come “normale”. Esistono però stili di funzionamento e condizioni di vita psichica ed intrapsichica più sani e meno sani, che richiedono un riadattamento dell’equilibrio della persona e del contesto familiare in relazione al passare del tempo ed ai compiti evolutivi che la vita prevede.
Un momento di crisi in quest’ottica assume un valore positivo, in quanto rappresenta il segnale di subentrati nuovi bisogni e quindi della necessità di mettere in discussione l’equilibrio del momento in funzione di un nuovo adattamento. A manifestare più apertamente la crisi in atto è il sintomo, che subentra a segnalare una disfunzione personale e/o del sistema familiare e che, se letto e affrontato nel modo migliore, apre al cambiamento. Non porre attenzione al sintomo può significare soffocarlo e incistarlo, senza dare opportuna attenzione al problema che esso rappresenta e che non scompare, anzi può solo amplificarsi nel tempo.
A volte dare senso al sintomo e affrontare il disagio è più semplice e meno faticoso se vengono messe in campo non solo le risorse individuali, ma anche quelle del contesto familiare.
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